OLIO DI COCCO – Veleno o Cibo Speciale? Quello che non sai e pensi di sapere!

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Olio di Cocco e Rischi Cardiovascolari:
Acidi Grassi Saturi e Malattie Cardiovascolari:

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Per qualche tempo e’ stato definito il cibo 3.0, per usare una definizione informatica. Ne sono state decantate le sue proprieta’ salutari, ed anche cosmetiche. Ma tutte queste belle parole e propostiti sembrano crollare quando l’anno scorso il prodotto e’ stato definito “VELENO PURO” da una dottoressa studiosa a Harvard. Oggi analizziamo insieme la questione e vediamo cosa ci sia di vero. Oggi parliamo dell’Olio di Cocco.

Esso e’, in pratica, il risultato della lavorazione della copra, che non e’ il marito della capra, , ma, e’ invece la parte essiccata del frutto del cocco. Prima di essere essiccata, la polpa del cocco contiene circa il 35 % di grassi, mentre dopo la sua essiccatura, arriva fino al 65% di lipidi totali. Da questa parte essiccata, dopo una bollitura ed una successiva pressatura, viene infine estratto l’olio di cocco. Questo oltre ad essere usato in cucina, viene anche usato nel campo cosmetico. Viene introdotto nel vecchio continente in Gran Bretagna nel 1820. Assieme all’olio di palmisto, detto anche olio di semi di Palma, e‘ la fonte principale di Acido Laurico e contiene meno acidi grassi insaturi. Il processo di produzione e’ molto efficiente, come potete anche intuire, perche’ il 65% della parte essicata e’ fatta, come dicevo prima, da lipidi. In base alla qualita’ del processo di raffinazione, l’olio di cocco puo’ avere piu’ o meno acidi grassi liberi. Minore e’ la quantità’ di acidi grassi presenti, e maggiore sara’ il punto di fumo. Quando la concentrazione di acidi grassi liberi e’ attorno allo 0,1%, il suo punto di fumo e’ attorno ai 200 gradi centigradi. Questo significa, che se raffinato bene e’ molto indicato per mantenere la sua stabilita’, durante la frittura. Ed infatti nei paesi dove viene maggiormente consumato, e’ usato tantissimo per friggere.

Ma allora perche’ la Dottoressa ed epidemiologa Karin Michels, direttrice dell’Istituto di prevenzione ed epidemiologia dei tumori dell’Universita’ di Friburgo e professoressa alla Harvard TH Chan School di Harvard ha definito l’olio di cocco un “VELENO PURO”? E’ veramente cosi, oppure sta facendo interessi superiori? In realta’ la verita’ sta un po’ nel mezzo anche ci sono cose verissime un quello che dice. Ma come tutti gli studiosi ed i ricercatori, dicono le cose, senza pensare che il modo in cui un concetto viene espresso, puo’ cambiare drasticamente la percezione di chi lo ascolta. La storia dell’olio di cocco come alimento salutare inizia in realta’ con un articolo pubblicato sul Journal dell’American College of Nutrition, in cui si evidenziava che a causa dell’alto contenuto di acido laurico che e’ presente nell’olio di cocco, questo era particolarmente indicato per le diete in cui era necessario perdere peso. Capirai. Sentita una cosa del genere, volevate non scatenasse il putiferio? Ed infatti tutti i maggiori giornali internazionali, riportarono la notizia, che l’olio di cocco fosse un miracoloso alleato per il dimagrimento. Da li ne e’ nato un business favoloso. Ma questa povera dottoressa Micheal la verità’ la ha detta oppure no? Come dicevo la verita’ sa nel mezzo. Infatti, l’olio di cocco ha un alto contenuto di grassi saturi che arriva a quasi all’85%., Questi sono quelli notoriamente considerati nocivi, in quanto responsabili dell’aumentare dei rischi di malattie del sistema cardiocircolatorio. Dall’altra parte sono comunque grassi a media catena e per cui meno dannosi, in teoria, di quelli contenuti degli alimenti di origine animale, e per cui della carne, latte. Ci sono pero’ due cose da tenere in considerazione riguardo a questo. Se bevo un bicchiere di latte, anche questo ha un contenuto di acidi grassi saturi. Ma con esso mi arrivano anche vitamine e sali minerali, per cui e’ un alimento densamente piu’ denso. L’olio di cocco e’ un mix di acidi grassi e basta, per cui non vi arrivano altri nutrienti assieme ad una cucchiaiata di questo alimento. In ogni caso si tratta sempre di acidi grassi saturi e comunque meno benefici di quelli insaturi presenti, ad esempio, in Olio Extra Vergine di Oliva oppure in noci e semi oleosi.

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