L’esame VDRL è un test di laboratorio che mira a diagnosticare e monitorare la risposta al trattamento della sifilide, che è un’infezione trasmessa sessualmente causata dai batteri Treponema lì.
Pertanto, prelevando un campione di sangue, che viene inviato al laboratorio per l’elaborazione, è possibile identificare la presenza di anticorpi circolanti e la loro concentrazioneche indica la gravità della malattia.
Sebbene il VDRL sia uno dei test principali per diagnosticare la sifilide, può dare un risultato falso positivo, il che significa che la persona può avere altre malattie come la lebbra, la tubercolosi o l’epatite, per esempio, e quindi deve essere eseguito insieme. con altri test che confermano anche l’infezione.
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Esame VDRL
Cosa serve
Il test VDRL viene utilizzato per diagnosticare e monitorare il trattamento della sifilide. Questo test è indicato quando la persona ha avuto rapporti sessuali senza preservativo, mostra segni o sintomi di sifilide e durante gravidanzapoiché i batteri responsabili della sifilide possono essere trasmessi al Bambino.
La sifilide è un’infezione a trasmissione sessuale in cui si riscontra la presenza di ferite nella regione genitale che non fanno male né provocano disagio e spesso possono passare inosservate. Tuttavia, se non identificati e trattati, i batteri possono rimanere nell’organismo e portare allo sviluppo di forme più gravi della malattia, i cui sintomi possono essere notati anni dopo l’infezione iniziale.
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Esame VDRL durante gravidanza
Il test VDRL durante gravidanza deve essere effettuata all’inizio delle cure prenatali e deve essere ripetuta nel secondo trimestre, anche se l’esito è negativo, in quanto Bambino potrebbe avere problemi neurologici se la madre ha la sifilide. Se il risultato è positivo, il incinta la donna può trasmettere la malattia al Bambino attraverso la placenta o il canale del parto, altrimenti la malattia non può essere identificata e trattata correttamente e, quindi, è fondamentale iniziare la cura.
Se un incinta Alla donna viene diagnosticata la sifilide, il test VDRL deve essere effettuato ogni mese fino alla fine del gravidanza per valutare la risposta della donna al trattamento e poter così sapere se il batterio che causa la sifilide è stato eliminato.
La sifilide viene normalmente trattata con iniezioni di penicillina in accordo con il ginecologo, l’ostetrico o lo specialista in malattie infettive. Scopri di più sul trattamento della sifilide, segni di miglioramento, peggioramento e complicanze.
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Come si svolge l’esame VDRL
Il test VDRL si effettua attraverso un semplice esame del sangue, in cui un piccolo campione di sangue viene raccolto e inviato al laboratorio per l’analisi. In laboratorio, il campione di sangue viene processato, aggiunto ad una lastra di vetro e mescolato con i reagenti, effettuando diluizioni seriali con l’obiettivo di verificare fino a che punto si è verificata una reazione, indicando la gravità della malattia.
Solitamente il VDRL viene fatto in concomitanza con l’RPR, che è anch’esso un test in grado di individuare la presenza di anticorpi contro i batteri circolanti nel sangue, tuttavia, come il VDRL, non è specifico per Treponema pallidum, qche è il batterio responsabile dell’infezione, e quindi, in casi positivi, si possono eseguire test treponemici, come FTA-ABS e TP-PA, che sono in grado di confermare che si tratta di sifilide e di differenziarla da infezioni pregresse.
Per effettuare l’esame non è necessario il digiuno ed il risultato viene rilasciato a seconda del laboratorio, e può essere rilasciato entro 24 ore oppure entro 7 giorni.
Come comprendere il risultato dell’esame VDRL
Il risultato dell’esame VDRL è espresso in titoli: più alto è il titolo, più positivo è il risultato del test. Fondamentalmente il risultato dell’esame VDRL può essere:
- Positivo o reattivo;
- Negativo o non reattivo.
Se il risultato è negativo significa che la persona non è mai entrata in contatto con il batterio che causa la sifilide o che è guarita.
Un risultato positivo normalmente indica che la persona ha la sifilide, tuttavia esiste anche la possibilità di risultati falsi positivi a causa di reazioni crociate che possono verificarsi e, in questi casi, potrebbe significare che la persona potrebbe avere altre malattie come la brucellosi, lebbra, epatite, malaria, asma, tubercolosi, cancro e malattie autoimmuni.
Cosa significa il risultato positivo?
Il risultato è considerato positivo quando ha un titolo da 1/16. Questo titolo significa che anche diluendo il sangue 16 volte è comunque possibile identificare gli anticorpi, ed è fondamentale in questi casi che venga consultato il medico affinché si possa iniziare rapidamente la cura.
Titoli inferiori come 1/1, 1/2, 1/4 e 1/8, indicano che è possibile avere la sifilide, poiché dopo una, due, quattro o otto diluizioni era ancora possibile rilevare gli anticorpi. Poiché questa è una possibilità, è importante tornare dal medico per richiedere un test di conferma, poiché questo titolo potrebbe essere il risultato di una reazione crociata, cioè di un falso positivo.
Titoli bassi si riscontrano anche nella sifilide primaria, nella quale gli anticorpi circolano nel sangue a basse concentrazioni e in alcuni casi dopo il trattamento. Pertanto, se una persona ha una storia di sifilide, è possibile che presenti titoli più bassi della malattia a causa della persistenza di anticorpi in circolo. È importante però che si effettuino i test treponemici per verificare se questo risultato è dovuto ad un’infezione pregressa o è indicativo di un’infezione attiva, poiché non si forma alcuna immunità contro l’infezione Treponema lì.