Il rafano, noto anche come rafano, rafano, rafano e rafano piccante, è una pianta medicinale con proprietà antimicrobiche e antinfiammatorie che può essere utilizzata come rimedio casalingo per trattare le infezioni delle vie respiratorie e del tratto urinario.
Questa pianta può essere acquistata in alcune farmacie e negozi di prodotti naturali. Il nome scientifico del rafano è Brassicaceae (Crocifere).
A cosa serve il rafano?
Il rafano è usato per trattare l’influenza, la febbre, le infezioni del tratto urinario, i reumatismi, l’artrite, i dolori muscolari, la gotta, l’asma bronchiale, la ritenzione di liquidi, la raucedine, il raffreddore, i vermi e le infezioni respiratorie.
Proprietà del rafano
Il rafano ha proprietà antisettiche, antimicrobiche, digestive, antinfiammatorie, stimolanti, lassative, vermifughe e diuretiche.
Come usare il rafano
La radice di rafano può essere utilizzata come condimento per preparare salse e le sue foglie giovani e morbide possono essere utilizzate nelle insalate che aiutano a curare l’anemia.
Per uso medicinale, le radici e le foglie del rafano vengono utilizzate per preparare rimedi casalinghi come il tè alla radice e lo sciroppo per curare le malattie respiratorie o il tè dalle foglie per alleviare i reumatismi e i dolori muscolari.
- Per il tè con foglie di rafano: Far bollire 1 tazza d’acqua e aggiungere 1 cucchiaino di foglie essiccate di rafano, lasciare riposare per 5 minuti, filtrare e bere da 2 a 3 tazze al giorno.
- Per lo sciroppo di radice di rafano: Usa 1 cucchiaino di radice di rafano grattugiata e 1 cucchiaino di miele. Mescolare gli ingredienti e lasciare riposare per 12 ore, quindi filtrare il composto con un colino a maglie fini e assumere questa dose 2 o 3 volte al giorno per curare raucedine e raffreddore.
- Per il tè con radice di rafano: Usa 1 cucchiaino di radice di rafano grattugiata per 1 tazza d’acqua. Far bollire gli ingredienti per 10 minuti, poi lasciar riposare, filtrare e bere 3 tazze di questo tè al giorno per curare bronchiti, tonsilliti o laringiti.
Effetti collaterali del rafano
L’ingestione di grandi quantità di rafano può provocare vomito, diarrea con sangue, ridurre la produzione dell’ormone tiroideo e l’uso del rafano sulla pelle può causare arrossamento della pelle, bruciore agli occhi e alla mucosa nasale, se inalato.
Si consiglia di consultare uno specialista in fitoterapia per avere indicazioni sulla dose consigliata.
Controindicazioni del rafano
L’uso del rafano è controindicato per le donne incinte, i bambini sotto i 5 anni, le donne che allattano e le persone con ipotiroidismo o ipertiroidismo, problemi di stomaco o intestinali.